“Uno spettro si aggira per l’Europa: il relativismo, cioè il dogma che non c’è nessun dogma. Chierici e laici hanno stretto una santa alleanza in nome dei nostri valori e delle nostre radici. Forse non sanno che dietro quel fantasma ci sono il corpo dell’individuo, la libertà della ricerca, le garanzie dei diritti e la stessa genuinità della fede. Tutto cancellato, se vince il progetto dei teo-con? Affatto, se il laico ha non solo la volontà di reagire ma anche la forza di attaccare. Non questa o quella chiesa, ma la “presunzione di infallibilità” che può viziare qualsiasi istituzione o comunità. Essere laico vuol dire non solo esercitare l’arte del sospetto ma anche agire per una solidarietà che non ha bisogno di un fondamento religioso.”
Categoria: Politica
«Stato e Chiesa»: Ernesto Rossi contro il clericalismo. Una battaglia per la democrazia
Presentazione di Alessandro Figà Talamanca
Sullo sfondo del miracolo economico, l’Italia vive un periodo importante di confronto politico sull’impronta da dare al nuovo Stato democratico. Ernesto Rossi si colloca in questo quadro per la sua attività in favore di uno Stato laico e liberale, seguendo la via tracciata dal suo maestro Gaetano Salvemini. Rossi si contraddistingue per le pubblicazioni anticlericali da lui redatte e curate per l’editore Parenti di Firenze, gli articoli su «Il Mondo» di Mario Pannunzio e «L’Astrolabio» di Ferruccio Parri, i convegni organizzati con gli Amici del Mondo e il Movimento Gaetano Salvemini, passando attraverso l’esperienza della fondazione del Partito radicale, la proclamazione del 1967 come“anno anticlericale” e gli inizi della campagna a favore del divorzio. L’esame delle carte inedite di Ernesto Rossi, di proprietà della Fondazione Rossi-Salvemini, restituisce il quadro più privato della battaglia anticlericale di Rossi in favore di uno Stato laico e liberale, che si presenta come la logica prosecuzione del suo antifascismo e corre parallela alla lotta al protezionismo e ai monopoli, in una parola alla lotta al nuovo sanfedismo.
Sul Partito d’Azione e gli altri
Un saggio politico, critico e autocritico pubblicato per la prima volta nel 1968 sul Partito d’Azione, la Resistenza e la sua complessa direzione politica. Lussu descrive gli eventi a cui ha partecipato e che hanno costituito le tappe principali della vita dell’organizzazione, in particolare dal 25 luglio 1943 con le dimissioni di Mussolini e la formazione del governo Badoglio fino al primo congresso nazionale del partito tenutosi a Roma nel febbraio del 1946. Sono messe in risalto le posizioni ideologiche dei componenti di vertice nel Comitato di Liberazione Nazionale centrale romano e nel Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia. I contrasti e le differenti tesi, spesso contrapposte, caratterizzarono le vicende italiane negli anni successivi alla Seconda guerra mondiale.
Il manifesto di Ventotene
“Il “Manifesto di Ventotene”, scritto da Altiero Spinelli in collaborazione con Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni, è considerato tra i più importanti contributi al dibattito sull’unità europea svoltisi durante la seconda guerra mondiale. Il “Manifesto”, da cui è nato il Movimento Federalista Europeo, costituisce l’inizio della lotta per la federazione europea condotta dai movimenti per l’unità europea. Il problema della federazione europea è all’ordine del giorno, perché è l’unica risposta adeguata alle sfide esistenziali con cui si confronta il processo di unificazione europea. Con la ristampa del “Manifesto di Ventotene” la Consulta Europea intende riaffermare il suo impegno nella lotta per la federazione europea e fornire un punto di riferimento per coloro che vogliono partecipare al dibattito sulla costituzione europea con piena consapevolezza di ciò che è in gioco.
Il fascismo eterno
“Ritengo sia possibile indicare una lista di caratteristiche tipiche di quello che vorrei chiamare l’‘Ur-Fascismo’, o il ‘fascismo eterno’. L’Ur-Fascismo è ancora intorno a noi, talvolta in abiti civili. Sarebbe così confortevole, per noi, se qualcuno si affacciasse sulla scena del mondo e dicesse: ‘Voglio riaprire Auschwitz, voglio che le camicie nere sfilino ancora in parata sulle piazze italiane!’ Ahimè, la vita non è così facile. L’Ur-Fascismo può ancora tornare sotto le spoglie più innocenti. Il nostro dovere è di smascherarlo e di puntarel’indice su ognuna delle sue nuove forme – ogni giorno, in ogni parte del mondo.” Umberto Eco
Psicologia di massa del fascismo
Psicologia di massa del fascismo è una veduta d’insieme fatta dallo psicoterapeuta, iniziatore della psicosomatica, sulla condizione interiore che caratterizzava il conformismo del cittadino tedesco prima dell’avvento del nazismo. Analisi corporea e caratteriale del cittadino perfettamente ossequioso verso il potere, quelli che poi la commissione che gli americani istituirono per processare i criminali di guerra nazisti, definirono, tramite i loro questionari, i “Gregari”. Un libro che fornì materiale prezioso ai più noti Marcuse e Fromm. Descrizioni che lette ancora adesso, danno da pensare sul presente.